Archij
 
Privati

Masseria la Barca
Bioggio (TI)
2007-2014
via La Barca
Committente:
privato

Architetto:
Jean-Patrick Jaccard

Collaboratori:
arch. Rodolfo Franco
arch. Nicole Jaccard

Ingegnere civile:
Studio BRC SA di Agno
ing. Bloch Attilio


Come richiestomi ho proposto una soluzione di utilizzo del fabbricato esistente che tenga conto delle esigenze poste dalla committenza.

Il complesso edilizio è menzionato da parte del Cantone quale oggetto meritevole di conservazione anche se se ne accetta la modifica volumetrica (volume totale di oltre 5'000 mc).

In primo luogo ho eseguito un’analisi architettonica della struttura: un’antica masseria, “Barca di Sotto”, disabitata da tempo ma comunque in discrete condizioni strutturali. Come tutti i fabbricati rurali, anche questo è stato edificato in diverse tappe e presenta al suo interno caratteristiche distinte che ne permettono la rilettura e il riconoscimento anche dopo molti anni. Questa tipologia architettonica era generata dalle diverse necessità pratiche della comunità che la abitava e che vi lavorava. La masseria presenta una distribuzione di locali che rispetta il vivere antico: parti abitate al primo piano, sopra i locali di lavoro del piano terra, locali comunicanti che si aprono sui ballatoi esterni, spazi molto alti, aperture irregolari, ecc.

Il fabbricato è formato da due ali che creano uno spazio riservato rivolto verso sud e uno spazio “pubblico” verso nord-ovest, dal quale si accede alla proprietà.

Il piano terra è totalmente adibito a spazi lavoro ad eccezione di un locale con camino che fungeva da cucina con zona forno sul retro. Al primo piano i locali camere, in parte trasformati a metà secolo, si dispongono lungo il ballatoio; interessanti sono i due locali a volta che qui trovano posto.
L’ala ovest è formata invece da spazi adibiti a fienile.
Al terzo piano si trova il solaio.

Le strutture muraria principali del fabbricato si presentano, seppur povere, in discrete condizioni di conservazione. Esse sono composte da pietrame legato con malta di calce.
Le murature secondarie sono invece di laterizio di diverso genere.
Le solette sono composte in parte da volte in muratura ed altre in legno. Le parti lignee presentano un sensibile degrado e possono essere solo in parte recuperate.
I pavimenti del piano terra sono composti da selciati e lastricati che non possono essere mantenuti tali; si rende necessario pertanto il loro totale rifacimento. I pavimenti del primo piano non presentano particolari pregi che ne giustifichino la conservati, fatto salvo per alcune sovrapposizioni che hanno rivelato vecchi pavimenti in cotto rustico.
Il tetto, in struttura lignea e coppi, è da ricostruire completamente valutando la possibilità di recuperare alcune parti significative della carpenteria originaria. La copertura in coppi vecchi va recuperata e riposare quale rivestimento del nuovo tetto.

Da queste valutazioni ho proposto quanto segue quale intervento di recupero, ritenendo che la caratteristica principale fosse quella di un’attenta valutazione delle parti significative che vanno risanate per mantenere il carattere del caseggiato originale. Il filo conduttore del progetto dev’essere quello della conservazione tipologica, e non quello invece di volere a tutti i costi mantenere parti di difficile risanamento.
Globalmente questo è sicuramente un oggetto unico che merita di essere valorizzato mettendone in risalto le caratteristiche peculiari.

Per poter rendere la costruzione adeguata ad accogliere la vita di oggi pur non negando quello che fu, ho ritenuto di dover eseguito una suddivisione degli spazi atti a rendere funzionale il futuro utilizzo di tutta la struttura senza creare interruzioni tipologiche tra gli spazi; il compito è stato facilitato dalla conformazione naturale del caseggiato e del suo impianto nel terreno.
Ritenute le esigenze della committenza di creare diversi alloggi fra i quali la loro abitazione familiare denominata “Ceresio”; ho ritenuto imperativo formare uno spazio privato e portare tutti gli spazi viari “pubblici” all’esterno del complesso, così da creare zone distinte e indipendenti.
Gli appartamenti ricavati dai volumi dell’intero complesso sono 6 e tutti prendo nome da siti geografici circostanti:
1. Cuccarello,
2. Ceresio,
3. San Salvatore,
4. Collina d’Oro,
5. Monte Brè,
6. Sant’Ilario.

Solo la parte fienile che ospita gli appartamenti 3,4 prevede una elevazione del tetto pari a 50 cm per permettere la formazione di un mezzanino nell'appartamento Collina d'Oro.

Per il resto le volumetrie rimangono quelle originali.

Particolare attenzione è stata posta nell'uso dei materiali: malte a base di calce idraulica, finiture a gesso o stabiliture a calce, legname di recupero (castagno), pietre e lastricati con materiale di recupero.

La progettazione e la realizzazione si è svolta in grande armonia con la committenza, attenta alle particolarità dell'oggetto e alle esigenze degli artigiani che hanno operato nella ristrutturazione dell'intero complesso.

Le prime 9 fotografie mostrano il complesso quale era prima dell'intervento; le successive fotografie ritraggono la situazione verso il termine dei lavori dopo due anni e mezzo di lavori in cantiere.
 
Masseria la Barca
 
     
   
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